Architetture sociali del mondo

ARCHITETTURE SOCIALI DEL MONDO
“Che tuo figlio possa vivere un giorno nel mondo dei tuoi sogni”     Amilcar Cabral

SINTESI                                                                                                  scarica il pdf

Obiettivo:  Con il progetto Architetture Sociali del Mondo ci proponiamo di diffondere il valore della diversità culturale del nostro pianeta, che crediamo possa e anzi debba essere sostenuta in armonia con un’idea di progresso condiviso. Siamo infatti convinti che solo la conoscenza della diversità possa superare le barriere culturali ed identitarie generate dal multiculturalismo perpetuato negli ultimi decenni, che non è stato in grado di attivare il necessario processo interculturale ed ha invece generato disgregazione del tessuto sociale, aumento della diseguaglianza e del disagio.
Si vuole provare a contrastare la gabbia economicistica che ha impoverito la nostra prospettiva attraverso l’utilizzo dell’approccio culturale ed artistico come chiave di lettura della società contemporanea globalizzata.

Realizzazione:
Organizzare una rassegna che approfondisca la cultura di tre luoghi del pianeta molto diversi tra loro: Congo, Mongolia, Brasile.
Tre realtà diverse e un tempo distanti sul piano sociale e culturale, ma oggi accomunate nello strenuo sforzo di uniformarsi ad un modello unico proposto dall’Occidente e governato dalle leggi di mercato, che dimentica gli ultimi e i diversi e appiattisce gli orizzonti di senso che hanno da sempre permesso lo sviluppo delle singole civiltà attraverso la coscienza della propria identità. A tale proposito interverranno nella gestione delle singole iniziative alcune Associazioni operanti sul campo (presentate più diffusamente nel seguito) che hanno fatto della cultura e del rinforzo dell’identità culturale dei vari popoli un potente mezzo per consentire a quella parte di popolazione emarginata e compressa dalle logiche della globalizzazione di recuperare la propria dignità, e con essa la volontà di far parte di una nuova società interculturale.
Ad ognuna delle tre aree culturali saranno dedicate una serie di iniziative artistiche (musica, teatro e danza) e divulgative condotte da esperti del settore (professori universitari, ONLUS operanti nei paesi interessati, operatori culturali, artisti) che si svolgeranno nell’arco del 2014, il cui comune denominatore sarà la promozione della conoscenza  delle peculiarità culturali di ciascuno dei luoghi indagati.

Progetto a cura di:
Libri ad Alta Voce – Centro Sociale Rosta Nuova – Reggio Emilia
“Libri ad alta voce” è una realtà progettuale organizzata e promossa  dal Centro Sociale Rosta Nuova di Reggio Emilia e si propone di offrire un luogo ed un pubblico a scrittori che vogliano far conoscere le proprie opere.
La programmazione è stata pensata per coinvolgere quegli autori, giovani e/o reggiani ma non solo, che “escono dal coro” della grande distribuzione editoriale commerciale.
Libri ad Alta Voce ha animato il Parco del Noce Nero nel giugno del 2012 con “Aspettando Godot”, una due giorni di performances teatrali e musicali che ha riscosso un notevole successo a Reggio Emilia.
Tra le caratteristiche di questo progetto quella di “fare rete” con le realtà culturali e associative attive sul territorio (Comune di Reggio Emilia, Reggio Children, Scuole primarie di primo e secondo grado, case editrici, compagnie teatrali, associazioni culturali).
Associazione culturale Chili 5 di Sale
Il Gruppo svolge attività rivolte a diversi tipi di pubblico, sia in teatro che in luoghi diversi: performance in paesaggi urbani, o naturali, la costruzione di eventi pubblici che uniscono attività artistiche e le opportunità di riflessione sugli argomenti trattati negli spettacoli. Nonché adattamenti letterari e letture sempre cercando di provocare una riflessione sui rapporti umani e le loro conseguenze nel mondo in cui viviamo. Alcuni componenti dell’associazione partecipano ad un progetto di collaborazione fra la società civile italiana e congolese che li ha portati diverse volte nella regione del Kivu (RDC). www.chili5disale.org
Quale percussione?
“Quale Percussione?” è un progetto attivo dal 1979 ideato e condotto da Luciano Bosi. Nasce dalla consapevolezza che gli strumenti a percussione sono presenti in tutte le culture, e con il loro pulsare ne hanno accompagnato il cammino nel tempo .La ragione  principale di tale universalità è legata alla dimensione empatica e transculturale del ritmo, che consente di creare una relazione attiva tra le persone coinvolte.
L’intuizione di Luciano è stata quella di applicare la connessione ritmo-relazione nello sviluppo di percorsi formativi in ambito educativo ed espressivo, potenziandone la qualità aggregante.
Un ’esperienza sperimentata ed agita in questi decenni da fruitori di età compresa tra i 9 mesi e i 99 anni, che ha portato a risultati significativi anche in situazioni di disagio o difficoltà di inserimento in contesti scolastici.
Nulla come il ritmo e le percussioni, i suoi strumenti primordiali e fondamentali, possono generare ascolto e relazione attiva tra chi partecipa al gioco collettivo più antico ed espressivo del mondo: organizzare suoni e silenzi allo scopo di star bene con se stessi e con gli altri.
Strettamente connesso con il percorso di approfondimento culturale che ha generato la peculiare visione esistenziale di Luciano, confluita nel progetto Quale Percussione?, è l’unicità della collezione di oltre 3.000 strumenti a percussione provenienti da tutto il mondo acquisiti in oltre 30 anni di raccolta sistematica, custoditi e fruibili nel museolaboratorio attivato in convenzione con il Comune di Modena.
Gli strumenti esposti sono organizzati secondo un percorso etno-geografico nel quale sono rappresentati tutti i continenti e le relative aree culturali. Attraverso le parole e le sonorità narranti di tamburi, gong, sonagli, xilofoni e tanto altro, Luciano racconta il mondo accompagnando i visitatori  lungo un percorso interattivo che si snoda tra riti e tradizioni di diversi popoli e culture.

Modalità di realizzazione. L’approccio iniziale è prettamente orientato alla sensibilizzazione in merito alle specificità culturali e sociali che caratterizzano le tre realtà prese in esame, e più in generale le aree geografiche di riferimento.
Ad ogni realtà socio-culturale trattata sarà dedicata almeno una  serata, che vedrà l’intervento di “esperti” conoscitori dei luoghi indagati per approfondirne le rispettive peculiarità, nonché per presentare il progetto specifico prescelto.
Serate di presentazione e progetti sociali associati all’iniziativa

Mongolia

Presentazione del libro “In viaggio con le nuvole” assieme all’autore: David Bellatalla. Approfondimento della cultura dei popoli nomadi della Mongolia, di cui l’autore è un profondo conoscitore.

Ascolto di musiche tradizionali e presentazione di strumenti musicali dell’Asia Centrale e Siberiana e relative connessioni con la dimensione culturale sciamanica. A cura di Luciano Bosi.

Visione del video documentario “Bambini del sottosuolo” (disponibile su you tube all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=u_HNKuyUTn8) .

Il volume è frutto di una ventennale ricerca sulle origini e sul fenomeno del nomadismo nei territori dell’Asia settentrionale, al quale si associano particolari modelli di sviluppo sociale ed economico. E’ anche un libro dedicato alla Mongolia, luogo che Bellatalla conosce approfonditamente per avervi vissuto a lungo.

Chi è David Bellatalla:
Docente di antropologia alla University of Western Australia, studioso di nomadismo da oltre vent’anni, l’antropologo originario di La Spezia, è ricercatore presso l’Accademia delle Scienze della Mongolia ed ha ricevuto la “Croce d’argento” attribuita dalla Croce Rossa mongola per la sua attività a favore delle minoranze etniche.

Il suo progetto:
Attualmente David Bellatalla è impegnato nella realizzazione di una “casa della speranza” per bambini di strada nel GheerDistrict di Ulan Bator, la capitale mongola. La .condizione di questi bambini costretti a vivere in strada è particolarmente drammatica in una regione dove in inverno si sfiorano i 50 gradi sotto zero.
A questo importante progetto sono destinati tutti i proventi della vendita del libro.

Africa                                                                      

Presentazione di “Mille Frank, dieci anni di deatro in Kivu  (RDC)“
documentario sul teatro in Kivu durante una guerra intermittente e non finita.

Proiezione del video Mille Francs, un documentario di 3Tamis sulle esperienze teatrali nazionali e internazionali nella regione del sud e nord Kivu durante gli ultimi dieci anni.
Il teatro è un arte che presuppone la presenza fisica “sul posto” e in questi ultimi dieci anni in questa regione della Repubblica Democratica del Congo
alcuni teatranti europei sono andati a lavorare a fianco degli artisti del luogo.
Questa attività ha dato risalto alle condizioni artistiche della regione senza
sconti ma ha anche incontrato una vivacità e una consapevolezza mai
interrotte nonostante le difficoltà che si incontrano anche solo per
sopravvivere.
Prodotto da Chili 5 di sale (Italia) in collaborazione con 3Tamis (RDC) e con     l’aiuto     del Centro Sociale RostaNuova.
durata 25minuti circa.
Lingua francese, doppiaggio in italiano.

Architetture sociali del mondo.

Sabato 5 dicembre  ore 21 al circolo sociale RostaNuova

il primo incontro del progetto Architetture sociali del mondo.

Una serata sull’Africa dei grandi laghi, un documentario sul teatro a Bukavu con la presenza dell’ autore Frank Mweze dal Congo.

Con il progetto Architetture Sociali del Mondo ci proponiamo di diffondere il valore della diversità culturale del nostro pianeta, che crediamo possa e anzi debba essere sostenuta in armonia con un’idea di progresso condiviso. Siamo infatti convinti che solo la conoscenza della diversità possa superare le barriere culturali ed identitarie generate dal multiculturalismo perpetuato negli ultimi decenni, che non è stato in grado di attivare il necessario processo interculturale ed ha invece generato disgregazione del tessuto sociale, aumento della diseguaglianza e del disagio.

Si vuole provare a contrastare la gabbia economicistica che ha impoverito la nostra prospettiva attraverso l’utilizzo dell’approccio culturale ed artistico come chiave di lettura della società contemporanea globalizzata.

Schermata da 2014-10-29 14:44:59

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